Free cookie consent management tool by TermsFeed Privacy Suite Generator Update cookies preferences Le voci del tempo perduto

LE VOCI DEL

TEMPO PERDUTO

ovvero

Perché è inaccettabile il discredito gettato
sulla memoria di Cigoli,
Panicali, Simoneschi e l’intera CDC

Sul sito www.ilmondodeidoppiatori.it, da non con confondere con lo storico portale fondato da Antonio Genna www.antoniogenna.net/doppiaggio, sono apparsi ampi stralci di una pubblicazione, edita dalla Edicola (casa editrice dal nome stranamente simile a quello dell’autore) che ha l’ambizione di raccontare la storia del doppiaggio italiano. Inspiegabilmente sulla copertina è riportato un fotogramma del film di Charlie Chaplin Tempi moderni. Film muto e americano?! Ci chiediamo: saranno stati assolti gli obblighi sulla tutela dei diritti d’immagine?

In quelle poche righe abbiamo scovato un concentrato di inesattezze e una descrizione squalificante dell’ambiente e dei protagonisti del doppiaggio italiano cresciuto nel secondo dopoguerra del secolo scorso che, per rispetto dei numerosi appassionati di doppiaggio che navigano in rete e della realtà dei fatti, ci sentiamo in dovere di segnalare almeno nei più macroscopici, preceduti ciascuno, per agevolare il confronto, dalla trascrizione fedele del pezzo esaminato.

Dalla pagina dedicata alla C D C: 1944 nasce la società di doppiaggio

1) “.....il cognato di Panicali, Emilio Cigoli, .....”

Cigoli e Panicali NON sono mai stati parenti, né tantomeno cognati!

2) “.....il giorno 24 luglio del 1944...tra i soci non compare...Emilio Cigoli, perché impossibilitato a rientrare dalla Spagna dove si era recato per girare un film tra il 1942 e il 1943.”

NON è vero che Cigoli si è trasferito in Spagna ininterrottamente dal 1942 alla fine del 1944, perché nel 1943 ha girato a Roma vari film, fra cui il più importante della sua carriera d’attore: I bambini ci guardano di Vittorio De Sica.

3) “Tra il 1947 e il 1948, la CDC inizia anche una politica di ridoppiaggio di film dei primi anni del sonoro...”

NON è vero! Il ridoppiaggio nel cinema in Italia esiste già dalla seconda metà degli anni 30. Un titolo per tutti: la comica Laurel e Hardy “Sottozero” (1930) , doppiata in italiano nel 1934 fu ridoppiata nel 1939. Il ridoppiaggio non è sintomatico di un particolare momento storico, ma è sempre esistito da quando esiste il doppiaggio, perchè la sua ragione non fu mai solo artistica, cioè intesa a migliorare la qualità del primo doppiaggio, ma fu anche e più spesso di natura economica e distributiva.

4) “In definitiva la solita compagine che governa il mondo delle voci da oltre 15 anni, non essendovi la necessità di cambiare per 2 ordini di motivi: i committenti, soprattutto americani, non gradiscono le novità visti i positivi risultati raggiunti in poco tempo; e il pubblico che, avendo imparato ad amare queste voci così belle e irraggiungibili, non accetterebbe facilmente qualcosa di diverso.”

Non esiste alcuna conferma storica che comprovi tale tesi. L’opinione pubblica e la critica non hanno mai manifestato, in ogni tempo, la necessità di procedere ad un ridoppiaggio! Ancor di più nessuna casa distributrice ha mai eseguito un ridoppiaggio su invito del pubblico!

5) “Il consiglio di amministrazione della CDC, proprio per la cura con cui ha “associato” le voci più significative, .....non può immaginare che poco tempo dopo la sua formazione dovrà fare i conti con un’ altra associazione di doppiaggio, la ODI......”

Riflessione GRATUITA! E’ sempre esistita, in ogni campo, la concorrenza. Anzi in un mercato in forte espansione, come era quello del secondo dopoguerra, è facilmente immaginabile che si creino delle alternative all’iniziale monopolista.

6) “Nel 1952, alcuni doppiatori scontenti dei protagonismi di Cigoli e Panicali nella CDC e insoddisfatti dei metodi di lavoro della ODI, si scinderanno e daranno vita ad un’altra società di doppiaggio, la ARS.”

Non risulta che la ARS sia nata per iniziativa di sporadici doppiatori raminghi, animati da un discutibile senso di riscatto. E’ invece più credibile che l’associazione sia nata su impulso di un imprenditore cinematografico, Fortunato Misiano, desideroso di ottenere profitti anche dalla post produzione come il doppiaggio.

Dalla pagina dedicata alla A.R.S.

7) “In una riunione turbolenta alla Fono Roma, nella quale partecipano quasi tutti gli iscritti della ODI, i doppiatori paventano le dimissioni in blocco per mandare un segnale forte al Conte Giannuzzi e ai direttori di doppiaggio … Nessuna mediazione riesce a far rientrare la protesta.”

Abbiamo la fortuna che l’autore era presente per descrivere nel dettaglio gli umori di tutti i convenuti. Peccato che la realtà dei fatti, che noi dimostreremo in seguito, contraddica le sue azzardate ricostruzioni ed invece faccia propendere per ritenere come quelle riunioni probabilmente non sono mai avvenute e sicuramente non hanno sortito l’esito sostenuto dall’autore.

8) “Adolfo Geri , che ha appena finito di doppiare Gene Kelly in Un americano a Parigi, lascia la CDC seguito da Mario Pisu, Aldo Silvani, Olinto Cristina, Gaetano Verna ...”

NON E’ VERO che Mario Pisu abbia mai lasciato la CDC. Fu sempre soddisfatto e gratificato di far parte della grande CDC. Prova ne è un importante doppiaggio di quel 1952 : I diavoli alati nel ruolo del protagonista John Wayne.

NON E’ VERO che Olinto Cristina ha lasciato in via definitiva la CDC, perché era un socio free lance; infatti in quegli anni doppiava contemporaneamente per più società.

Silvani e Verna infine se ne erano già andati qualche mese prima di Geri dalla CDC: lo testimonia il doppiaggio del Quo Vadis? (estate 1952), avvenuto prima della versione italiana di Cantando sotto la pioggia (autunno 1952).

9) “Bruno Persa che vive un periodo di forti tensioni emotive, prende tempo, ma promette di aderire quanto prima all’iniziativa ed entrare nella nuova formazione...”

L’autore, partendo da un fatto reale : Persa non doppia più Bogart, immagina eventi consequenziali non suffragati da alcuna prova concreta. Persa non lasciò mai la CDC.

10) “Gianfranco Bellini e Renato Turi sono disponibili a seguirlo.”

Non è vero ! Bellini era a quel tempo professionalmente molto gratificato. Un esempio per tutti : Donald O’Connor nella lunga serie Francis il mulo parlante. Turi non subì mai ridimensionamenti, ma anzi ebbe in quegli anni una costante crescita d’ importanza di ruoli.

11) “... Sandro Ruffini si reca nella sede della ARS a salutare i vecchi compagni di lavoro.”

L’autore cade in contraddizione: poche righe prima affermava l’esatto contrario sostenendo l’esistenza di un divieto ad incontrare i doppiatori della cooperativa concorrente. Questa fantomatica diffida riesumata dall’autore ed esibita in modo illeggibile sul sito, sembra sgonfiarsi ad una grida manzoniana o ad un ennesimo azzardo deduttivo!

12) “... Ruffini... in effetti è latore di un messaggio di Cigoli e De Angelis i quali offrono a Bellini la possibilità di rientrare in CDC. Bellini fa sapere che ciò può accadere soltanto se si permette il rientro anche di Turi e Persa.”

Ennesima contraddizione! Ma come? L’autore prima rivela la ferma intenzione di Bellini, Turi e Persa di andarsene dalla CDC e pochi giorni dopo senza chiare motivazioni, tutti e tre desiderano subito ed ardentemente rientrarvi !

13) “L’incontro avviene al Pincio in un pomeriggio di fine maggio. I tre attori (Ruffini, Cigoli e De Angelis) sono in macchina ad attendere l’altra che giunge in ritardo. Turi, che è alla guida, parcheggia di fianco ma vicino al marciapiede opposto...( Sembra la sceneggiatura dell’ennesimo film da doppiare dai protagonisti di questa vicenda.)”

Anche in questo caso l’autore sembra vestire i panni del cronista, diretto testimone dell’accaduto, avvenuto tuttavia circa 60 anni orsono. Ma, come spinto da un non richiesto impeto alla giustificazione, è lo stesso autore che allegramente confessa di essere ai limiti della fiction. Lascia costernati la clamorosa gaffe su cui inciampa quella minuziosa ricostruzione: Renato Turi nel 1952 era impossibilitato alla guida in conseguenza della mutilazione di una gamba subita in guerra! Solo successivamente guiderà una Citroen DS con trasmissione automatica.

Dalla pagina IL PERIODO DI CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA

14) “... Nel 1951 il malumore serpeggia in CDC ... In un clima dove predominano le figure di Emilio Cigoli e Giulio Panicali le vicende professionali e personali di altri doppiatori non possono avere grande visibilità, né possono trovare risposte adeguate le loro legittime aspirazioni a maggiori gratificazioni economiche e morali ... sentono che il clima non è favorevole per rivendicare ciò che ritengono dovuto ...”

Non esiste riscontro oggettivo all’ ipotesi virtuale di gruppi di potere costituiti da doppiatori che agivano a discapito di altri e che su tali rapporti di forza avvenisse la distribuzione dei ruoli nei doppiaggi.

15) “Gli attori Silvani e Cristina, che da qualche tempo sono confinati a ricoprire ruoli secondari e di anziani ...”

L’età e la timbrica vocale di Silvani e Cristina, nel 1952, erano tipiche di persone anziane e non erano certo idonee ad interpretare giovani aitanti. Di ciò i due grandi attori ne erano ovviamente consci e non si sono MAI lagnati dei ruoli assegnati. Infatti il loro trasferimento alla ODI non mutò i caratteri dei ruoli ricoperti.

16) “... in Sabbie rosse della Warner Bros. I due interpreti principali, Kirk Douglas e Virginia Mayo, sono doppiati da Gualtiero De Angelis e Dhia Cristiani, e non da Emilio Cigoli e Lydia Simoneschi, una distribuzione delle parti nello stile di Neroni, il quale pagherà a caro prezzo l’atteggiamento di “irriverenza” verso le alte sfere del mondo delle voci … ciò avviene principalmente per la politica di rottura portata avanti da Nicola Fausto Neroni ...”

L’autore confessa qui palesemente la sua ignoranza (dal dizionario Devoto Oli: incompetenza più o meno colpevole) di storia del doppiaggio.

Fino alla seconda parte del 1952, periodo in cui venne doppiato Sabbie rosse, Kirk Douglas era apparso in precedenza con la voce di Gualtiero De Angelis ben CINQUE volte e solo una volta con la voce di Emilio Cigoli, mentre Virginia Mayo era stata doppiata una sola volta da Lydia Simoneschi ed addirittura OTTO volte da Dhia Cristiani.

Affibbiare all’edizione italiana di questo film una connotazione “eversiva” è quindi decisamente fuori luogo. A smentita delle allusioni dell’autore, Cigoli e la Simoneschi non esercitarono alcuna sopraffazione sui colleghi. Raffigurare poi Nicola Fausto Neroni come una sorta di “angelo vendicatore” a tutela dei doppiatori più indifesi, rasenta la favoletta per imbelli creduloni. Queste arbitrarie deduzioni si basano sull’applicazione di un infantile schematismo, per nulla corrispondente alla realtà storica, secondo cui una volta data voce in un film ad un attore, il doppiatore ne diventa automaticamente ed irrevocabilmente la voce ufficiale. Non è mai stato così ed in quegli anni, in un settore di recente fondazione ed in fase d’assestamento inoltre inondato da un fiume di pellicole estere da doppiare in breve tempo dopo il blocco alle importazioni imposto dalla guerra, ancora di più non sussisteva questa preoccupazione, o perlomeno era un elemento alquanto secondario fra i criteri di scelta del binomio voce-volto da parte del direttore di doppiaggio di turno, che decideva in piena autonomia compatibilmente con le direttive delle case di distribuzione e con i doppiatori da queste messi sotto contratto.

17) Da qui in poi l’autore si avventura in cervellotici contorsionismi da lui stesso immediatamente dopo contraddetti. Risparmiamo al lettore queste giravolte da sicura emicrania (come dichiarato da molti doppiatori che hanno tentato di leggere il “libro”) per riassumere la filosofia dello scritto.

Si vorrebbe dimostrare che la spinta a lasciare la CDC dei doppiatori citati fu dovuta a scorrettezze subite. Ma lo stesso autore si auto censura ammettendo che i vari Pisu, Bellini, ecc., non avevano di che lamentarsi. Non a caso questi doppiatori non lasciarono mai la CDC ! Si vorrebbe poi sostenere che questo terremoto fu da imputare in particolare alla “voracità” di Cigoli, ma poi si ammette che più volte lo stesso Cigoli non doppiò attori che, secondo la legge supposta dall’autore dell’immutabilità del principio un volto- una voce, gli sarebbero spettati.

Sorge quindi spontanea una domanda : le case di doppiaggio erano davvero a quel tempo un covo di intrighi e trame oscure, popolate da persone senza scrupoli che pensavano esclusivamente a fare le scarpe al collega visto solo come un pericoloso avversario da sottomettere ? E’ proprio vero che le scelte delle voci per il doppiaggio di un film non erano mai sorrette da valutazioni artistiche, ma quasi sempre dallo sfogo di furiose antipatie ed acerrime gelosie di clan contrapposti?

NON siamo d’accordo con queste tesi che riteniamo maligne ed infamanti, ed abbiamo dimostrato che le cose non stavano affatto così !

Ma allora, questa pubblicazione va considerata una testimonianza di stima verso una schiera di valorosi rimasti fin troppo nell’ombra che stimolerà i meno informati e soprattutto i giovani a riscoprire un meraviglioso patrimonio artistico nazionale ! O piuttosto appare come una puerile rincorsa al gossip a qualsiasi costo che delegittima ingiustamente una generazione di talenti irripetibili?


Francesco ci scrive facendoci icomplimenti sull’articolo riguardante Le voci del tempo perduto.

Potete leggere due sue opinioni (fra le tante) su un forum Disney:

http://disneyvideo.altervista.org/forum//index.php?s=&showtopic=1346&view=findpost&p=474696

http://disneyvideo.altervista.org/forum//index.php?s=&showtopic=1346&view=findpost&p=557422


Di seguito altre mail che abbiamo ricevuto:

Tratto dal Piccolo Forum sul Doppiaggio:

Leggete i divertenti e istruttivi post firmati da
Leprotto Bisestile

http://forumdoppiaggioitaliano.forumfree.it/?t=64408915


Salve al sito Doppiocinema,
anche nella sezione che parla degli albori del doppiaggio, non solo italiano, visibile nel sito Il Mondo dei Doppiatori (che non è quello ufficiale di Antonio Genna), ho notato parecchi strafalcioni, di cui:

* l'attribuzione ad Edison dell'invenzione del fonografo a disco, per di più nel 1857! In realtà in quell'anno fu inventato il fonoautografo, che poteva solo registrare su rullo di nerofumo, ma NON riprodurre, i suoni, da parte del francese Edouard-Léon Scott de Martineville, mentre per il grammofono dobbiamo aspettare il 1887 e Berliner (Edison brevetta il fonografo a rullo di stagnola nel Gennaio 1878, anche se inventato l'anno prima, mentre i laboratori Volta, a loro... volta inventori negli anni Ottanta di una specie di prototipo di disco daranno del cilindro la versione definitiva su cera nel 1888, ma questa è già un'altra storia).
Ecco la mia, sperando di esser stato utile.
  Saluti e auguri di buon lavoro,
Marco B. Sassari


Gentili signori di doppiacinema.net,
vorrei ringraziarvi per il vostro articolo “LE VOCI DEL TEMPO PERDUTO ”. Quanto avete scritto rimette infatti un po’di ordine nelle storie narrate nel libro di Gerardo Di Cola. Vorrei informarvi di un fatto che ritengo veramente spiacevole. Ho lasciato un commento nel sito ilmondodeidoppiatori . Era una semplice opinione che, come potrete constatare dal testo che vi mando, non conteneva alcuna offesa né tanto meno insulti e non violava quindi le regole di un civile esprimersi, eppure quanto ho scritto è stato eliminato nel giro di poche ore. Stranamente la pagina non ha nessun commento, per cui viene anche abbastanza naturale pensare che non abbia ispirato alcunché di positivo, altrimenti, ne sono certa, l’avrebbero lasciato e che abbiano invece censurato chi è risultato a loro sgradito. A questo punto tanto valeva che non dessero la possibilità di lasciare commenti.
Credo che questo comportamento sia contrario allo spirito stesso di Internet, che è quello di condivisione di idee e opinioni, ma penso soprattutto che un sito che non apre al confronto sia inattendibile nelle informazioni fornite. Grazie dell’attenzione, cordiali saluti.
Beatrice C.


Le voci del tempo perduto può risultare a prima vista un libro interessante, se non altro per la mole dei contenuti e per la quantità di foto, che per un amante della settima arte sono sempre un po’ come un viaggio dentro la propria passione.

Ma basta una lettura più attenta per accorgersi che in realtà le parti ben scritte non sono assolutamente sufficienti a giustificare l’acquisto di questo libro. Gli scivoloni sono numerosi, i dati inesatti abbondano e per quanto riguarda alcuni passaggi viene decisamente da chiedersi se l’autore fosse presente nella vita dei protagonisti del doppiaggio, visto che si lascia andare a considerazioni per le quali non vi è alcun riscontro documentale. Apprezzabile lo sforzo ma scarso il risultato, da sconsigliare sia a chi si approccia per la prima volta al mondo del doppiaggio sia a chi può pensare di approfondire lo studio dell’argomento.

Ho avuto la sventura di acquistare il libro di Di Cola e devo dire che avevo già notato alcune contraddizioni che pensavo fossero poco onorevoli distrazioni, come ad esempio attribuire il doppiaggio di un attore in un film in un punto ad un doppiatore ed in un successivo capitolo ad un altro doppiatore.

Dopo aver letto i Vostri illuminanti commenti ho capito che il libro è strapieno di errori e l’autore che si autocelebra come grande esperto, fa’ una ben misera figura...

Volevo avvertire tutti gli appassionati di doppiaggio di diffidare di questo venditore di fumo!

Beppe R.

Roma


Sono un attore-doppiatore professionista che ha conosciuto l’autore e sfogliando Le voci del tempo perduto devo condividere la delusione di un mio illustre collega che dopo poche pagine di lettura gli girava la testa dalla confusione per la caotica narrazione.

R. C.


Volevo segnalare che ho tentato di mettere un mio commento sul sito dove sono pubblicati degli stralci del libro in questione, ma dopo poche ore mi è stato cancellato. Ora addirittura è stata eliminata la possibilità di esprimere un’opinione sopprimendo il forum. Complimenti per la democratica scelta dei gestori del sito!

G. P.


Ma come è possibile che una persona ha la pretesa di scrivere un libro sul doppiaggio senza conoscere come si sono alternati i vari doppiatori di Kirk Douglas, uno dei più famosi attori americani?

Armando

Napoli


Mi sono molto piaciute le Vostre segnalazioni sul libro che aiutano a fare molta chiarezza…
Alberto M.

Milano


Bravo! Volevo fare i complimenti a chi ha scritto sul forum Disney che ha avuto il coraggio senza mezzi termini di dire come stanno le cose

Gabriella

Verona